Un dente del giudizio non erotto che deve essere rimosso.

Denti del giudizio non erotti – quando e perché rimuoverli?

Se vi siete mai chiesti perché ogni bambino si reca dall’odontoiatra almeno una volta nella sua vita o siete tra coloro che non riuscivano a dormire la notte a causa dei dolori dovuti alla crescita dei denti del giudizio che alla fine dovevano essere estratti, la spiegazione appartiene alla notte dei tempi. Dal remoto periodo dell’uomo cacciatore-raccoglitore, attraversando la scoperta del fuoco e l’invenzione del coltello, fino ai giorni nostri, i denti e la mascella dell’uomo sono cambiati in modo significativo. Grazie ai diversi modi di preparare il cibo (cottura, macinatura, ecc.) la mascella è diventata meno robusta, mentre il numero di denti è diminuito. Gli esperti sono giunti alla conclusione che anche lo stile di vita più confortevole (dormire su letti morbidi con testiere imbottite, uso del biberon e del ciuccio da parte dei bambini) è responsabile di tali cambiamenti. Lo squilibrio tra la riduzione dell’osso mascellare e il numero di denti ha portato a patologie odontoiatriche e, di conseguenza, all’insufficiente spazio per la crescita dei denti del giudizio.

Un dente del giudizio non erotto che deve essere rimosso.

FORMULA DENTARIA

La formula dentaria odierna conta 32 denti: due incisivi, un canino, due premolari e tre molari per ogni quadrante. Le variazioni da questa formula sono evidenziate dall’assenza di alcuni dei denti da latte e dei più importanti denti permanenti (incisivi superiori, premolari, molari), dal loro mancato sviluppo (canini superiori, premolari inferiori, molari) e dalla forma atrofizzata dei denti (incisivi superiori, molari). Proprio perché i denti del giudizio sono gli ultimi denti a spuntare nella cavità orale (tra i 17 e i 25 anni), a loro si legano vari problemi.

 

CLASSIFICAZIONE DEI DENTI NON EROTTI

La mancata crescita dei denti, in particolare quella dei denti del giudizio, viene divisa in due gruppi a seconda della causa dell’arresto:

  • Denti inclusi – denti bloccati nell’osso a causa di una barriera meccanica: un altro dente, un osso troppo compatto, una quantità eccessiva di tessuto molle, una mancanza di spazio nell’arcata dentaria.
  • Denti ritenuti – denti bloccati nell’osso per altre cause: potenziale di crescita limitato, malposizionamento della cuspide, errata direzione del suo sviluppo, posizione della cuspide troppo profonda, trauma alla cuspide o al dente.

Se il dente è solo parzialmente esposto nella cavità orale e in parte coperto da tessuto, si dice che è semi-incluso.

 

INDICAZIONI E CONTROINDICAZIONI PER L’ESTRAZIONE DEI DENTI DEL GIUDIZIO NON EROTTI

Come regola generale, qualsiasi dente non erotto deve essere estratto a meno che non vi siano controindicazioni e l’intervento non deve essere rimandato all’insorgere dei problemi. Con il passare degli anni, diventando l’osso più compatto e le radici più definite, il rischio di complicazioni post-operatorie aumenta. Anche le malattie generali associate (come ad esempio il diabete) possono complicare la procedura. Il dentista può valutare la probabilità di eruzione del dente attraverso un’anamnesi, un esame clinico e le radiografie.

 

Indicazioni per l’estrazione dei denti del giudizio non erotti

  • La presenza di una tasca gengivale, dove si può accumulare il cibo, tra il premolare e il molare non erotto, può portare alla ricorrente infiammazione delle gengive (gengivite). Se il molare non viene estratto in modo tempestivo, può verificarsi anche la perdita dell’osso in corrispondenza del premolare (parodontite).

  • Nel caso di un dente parzialmente erotto, è frequente l’infiammazione della gengiva (pericoronite), che può essere causata dalla difficoltà di pulire i residui alimentari o dalle lesioni della mucosa di origine dentale. 

  • Carie sul dente del giudizio parzialmente erotto e sulla superficie distale del premolare adiacente. Seppure il collegamento tra la cavità orale e il molare non erotto a volte non è evidente, può essere appena sufficiente pera portare alla formazione di carie sui due denti in profondità sotto la mucosa.
  • A causa di pressioni e di altre cause sconosciute, i denti del giudizio non erotti possono portare al riassorbimento radicolare dei premolari (il meccanismo è simile allo spostamento dei denti da latte da parte dei denti permanenti). Se la diagnosi non viene fatta in tempo, la prognosi del premolare è senza speranza.

  • Il sacco che circonda la capsula dentale, che si rompe con la crescita del dente, può degenerare in una cisti nei denti del giudizio non erotti. Una cisti è un sacco pieno di liquido. La più comune è quella follicolare, seguita da quella cheratocistica. Rappresentano un sito suscettibile a fratture, mentre quelle più grandi possono premere sulle strutture vitali circostanti (ad esempio il canale mandibolare). L’epitelio follicolare può anche dare origine a un ameloblastoma, un tumore la cui natura aggressiva permette di penetrare nei tessuti circostanti.

  • Prima della realizzazione di una protesi che causerebbero ulcerazioni dovute alla pressione sulla cresta alveolare sul dente del giudizio non erotto. Prima di inserire un impianto in prossimità del dente del giudizio non erotto, che impedirebbe l’osteointegrazione dell’impianto.

  • Prima di iniziare un trattamento odontoiatrico – mancanza di spazio, distalizzazione dei molari.
  • In caso di dolore di causa sconosciuta nella regione retro molare, dopo aver escluso la possibilità di un dolore facciale.

     

Controindicazioni per l’estrazione dei denti del giudizio non erotti

  • Con l’avanzare dell’età, la calcificazione dell’osso aumenta, cosa che ne diminuisce la sua elasticità; di conseguenza, l’osso è più difficile da lavorare con gli strumenti chirurgici, rendendolo più incline alla frattura. Per questo motivo, l’intervento stesso richiede quindi una maggiore quantità di osso da limare. La guarigione della ferita (gonfiore, dolore) è inoltre più lunga e difficile. Se i denti del giudizio non erotti non presentano alcun tipo di problema dopo i 35 anni, se non danneggiano i denti adiacenti e se sono coperti dall’osso, non vengono sistematicamente rimossi.
  • Le malattie e i farmaci associati vanno di pari passo con l’avanzare dell’età: diabete, assunzione di anticoagulanti, ecc. Anche alcune anomalie congenite costituiscono una controindicazione: coagulopatie, malattie ossee… Nel caso in cui si debba estrarre un dente del giudizio non erotto, il paziente e il suo medico vengono adeguatamente preparati prima dell’intervento (emocromo, profilassi antibiotica)
  • Se le strutture anatomiche circostanti (canale mandibolare, seno mascellare, dente adiacente) o i dispositivi protesici (ponti) venissero compromessi dall’estrazione e non ci fosse alcun problema con il dente del giudizio non erotto..

PREPARAZIONE PRE-OPERATORIA E INTERVENTO

Prima dell’intervento, il chirurgo valuta la radiografia – ortopantomografia. A causa di possibili sovrapposizioni nelle strutture (ad esempio, denti e canale mandibolare), poiché si tratta di un’immagine bidimensionale, il chirurgo può decidere di eseguire un’ulteriore scansione CBCT (tomografia computerizzata a fascio conico), che mostra le strutture in tre dimensioni.

È importante presentarsi all’operazione in buona salute e nell’eventualità di un raffreddore, posticipare l’operazione. L’intervento è indolore grazie all’anestesia locale. È necessario consumare un pasto prima dell’intervento, poiché l’intorpidimento dovuto all’anestesia può durare fino a 4 ore dopo l’estrazione e c’è il rischio di mordere o bruciare il labbro o la lingua. L’inserzione dell’ago è dolorosa, ma una volta iniettato l’anestetico la sensazione di dolore scompare. Il chirurgo pulisce quindi l’area intorno alla bocca e copre il paziente con teli sterile. Successivamente segue l’intervento. Durante l’operazione si avverte una pressione, ma non un dolore acuto. La membrana mucosa sopra il dente viene tagliata e spostata. L’osso che circonda il dente viene rimosso con un trapano e il dente viene liberato. Il dente viene quindi scosso con uno strumento a leva e, se possibile, rimosso con una pinza. Se necessario, il dente viene preventivamente tagliato in più parti. Viene rimosso anche l’involucro che circonda il dente e i tessuti infiammati. La ferita viene suturata e i punti vengono rimossi dopo una settimana, oppure si dissolvono entro sei settimane. Dopo l’intervento è necessario tenere un tampone sulla ferita per mezz’ora.

PERIODO POST-OPERATORIO – INDICAZIONI DOPO L’ESTRAZIONE E I POSSIBILI EFFETTI COLLATERALI

Una volta terminato l’effetto dell’anestesia, si manifesta un dolore post-operatorio da lieve a moderato, che dura in media due giorni. Il dolore può essere alleviato con gli antidolorifici convenzionali (ad es. paracetamolo, farmaci antinfiammatori non steroidei), mentre è sconsigliata l’aspirina, che impedisce la coagulazione del sangue. Si devono evitare l’alcol e i cibi caldi.

Dopo il dolore è prevedibile compaia un certo gonfiore. Aumenta nei primi tre giorni e diventa quasi impercettibile nel giro di una settimana. Può essere attenuato raffreddando l’area del viso in cui è stato estratto il dente e mangiando cibi freddi (ad esempio, il gelato).

È possibile si abbiano difficoltà ad aprire la bocca e a deglutire, nonché una leggera febbre (fino a 38°C).

La ferita si riempirà di sangue e entro poche settimane la gengiva vi ricrescerà. Nel giro di sei mesi, questa sarà completamente ricoperta da un nuovo osso.

Le complicazioni post-operatorie sono possibili dopo qualsiasi intervento chirurgico, a seconda della gravità dell’operazione, della salute e dell’età del paziente.

  • Un forte sanguinamento dopo l’intervento è raro. Premendo un tampone sterile direttamente sulla ferita, di solito il sanguinamento si arresta entro mezz’ora. L’espettorato sanguinolento è possibile il giorno stesso.

  • Quando si estrae un dente molto infetto e la ferita non viene pulita a fondo, già dal primo giorno può insorgere un dolore più forte del previsto. A questo punto è necessario somministrare nuovamente l’anestesia locale e esfoliare la ferita nuovamente. Questo comporta un tempo di guarigione più lungo, ma non si registrano effetti a lungo termine. In caso di febbre molto alta (superiore a 38°C), dolore fastidioso e gonfiore diffuso, è necessaria una visita immediata dal dentista. Ciò può significare che l’occlusione si è estesa alle zone adiacenti o all’osso (osteomielite).

  • In caso di intervento chirurgico alla mascellare superiore, possono verificarsi comunicazioni tra la cavità orale e quella mascellare (sinusite). Quelle minori guariscono da sole, ma è necessario evitare di trasportare oggetti pesanti, soffiarsi il naso, starnutire e bere con la cannuccia. Se si tratta di una comunicazione importante, il dentista suturerà la ferita il più strettamente possibile e potrà prescrivere un trattamento antibiotico. Se la radice o l’intero dente dovesse scivolare nella cavità nasale o se la comunicazione non si chiude, è necessario un ulteriore trattamento chirurgico.
  • Quando l’intervento viene eseguito ai denti posteriori della mascella inferiore, i nervi vicini possono venire danneggiati. Il danno al nervo alveolare si manifesta con un disturbo temporaneo o un formicolio nella metà delle labbra. In caso di danno al nervo linguale, il senso del gusto sulla parte di lingua interessata può essere alterato. Per ripristinare la funzione il più rapidamente possibile, si raccomanda l’assunzione di vitamine del gruppo B.

  • In caso di anestesia al molare superiore, si può avvertire una sensazione di difficoltà respiratoria e di deglutazione, che si attenua con la scomparsa dell’effetto anestetico.

  • Un evento relativamente frequente dopo l’estrazione dei denti del giudizio inferiori è l’infiammazione della dentizione (alveolite dentale) dovuta alla rottura di un coagulo di sangue. Ciò si verifica a causa dell’effetto dei batteri presenti nella cavità orale, degli enzimi e dello specifico modello di circolazione sanguigna della superficie ossea adiacente alla radice. Tale complicazione si verifica solitamente tre giorni dopo l’intervento. Si riconosce dalla ricomparsa del dolore, dal gusto sgradevole, dall’alitosi e dalla cavità dentale vuota. Il dolore di solito si diffonde fino all’orecchio e aumenta verso sera. A questo punto è necessario rivolgersi a un dentista che inserirà nella ferita un nastro antisettico e anestetico e prescriverà una terapia antidolorifica. La misura preventiva più efficace per eliminare il coagulo di sangue consiste nel non lavare la ferita e nel fare attenzione durante il lavaggio dei denti vicino alla ferita.

  • I casi di frattura mandibolare sono estremamente rari.

Anche il fumo è un importante inibitore della guarigione ed è quindi sconsigliato per la prima settimana dopo l’intervento. Siete interessati a sapere come il fumo influisce sulla malattia parodontale? Per saperne di più – https://orthodental.it/paradontite/

QUAL È IL MOMENTO PIÙ ADATTO PER ESTRARRE I DENTI DEL GIUDIZIO NON EROTTI?

Il dentista si avvarrà dell’anamnesi, dell’esame clinico e della valutazione delle radiografie per stabilire se e quando è necessaria l’estrazione dei denti del giudizio immaturi. Le possibilità che un dente del giudizio non erotto cresca dopo i 20 anni sono significativamente ridotte, soprattutto se c’è un’evidente mancanza di spazio nella bocca o se c’è una posizione sfavorevole (mesiale) del dente del giudizio è visibile sulla radiografia. Con la sonda parodontale si controllerà se c’è una comunicazione distale tra il premolare e il dente del giudizio non erotto, sito in cui si accumulano cibo e batteri. Il medico può valutare le dimensioni del follicolo dentale su un’ortopantomografia. Se è più grande di tre millimetri, può indicare il potenziale sviluppo di una cisti. Gli studi hanno dimostrato che il momento più favorevole per l’estrazione dei denti del giudizio è tra i 18 e i 19 anni, quando l’osso è elastico e le radici del dente raggiungono l’un terzo della loro lunghezza totale (quando è presente solo la corona, il dente è più difficile da afferrare). È sconsigliata l’estrazione dei denti del giudizio non erotti, situati o nell’arcata inferiore nell’arcata superiore, e di quelli situati in prossimità di strutture anatomiche importanti, mentre è sempre consigliata l’estrazione dei denti semi-inclusi. Un dente nella fase acuta di un’infezione non viene solitamente estratto (focolaio flogistico). In questo caso si procede a un trattamento sintomatico (analgesici, antibiotici, incisione e drenaggio) e si attende che il problema passi.

 

Siete interessati a saperne di più sull’eruzione dei denti da latte e in quali casi è necessario estrarli? Per saperne di più, leggete qui.

 

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Avtor prispevka

Gordana Čižmek

Gordana Čižmek

Gordana Čižmek è un'ortodontista, imprenditrice, madre e fondatrice del centro odontoiatrico OrthoDental, che ha studi in tutta la Slovenia. Nel suo tempo libero, ama fare escursioni in montagna, andare in bicicletta e passeggiare con il suo cane.


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